Ho visto alla televisione una
trasmissione sulla diffusione della droga tra i giovani e ho notato che nessuno
si è mai chiesto perché la gente sia così infelice da doversi drogare. Nel
buddhismo si dà per scontato che la vita sia sofferenza e quindi non ci si
domanda perché gli uomini siano per lo più infelici. Ma nei nostri ingenui paesi
occidentali ci poniamo la meta di essere tutti felici e perciò ci stupiamo che la
sofferenza sia così intensa. Per noi la vita è un dono, una meraviglia e un
dovere – e l’infelicità viene considerata un’eccezione e quasi una malattia. La
verità è che, nonostante tutti i nostri progressi scientifici, medici e
tecnologici, la sofferenza è ineliminabile.
Vivere è difficile e doloroso – questa è
la verità che si vuol tenere nascosta. La vita non è sempre un dono gradito –
un dono che oltretutto ci viene chiesto indietro. E finisce sempre male… con la
vecchiaia, la malattia e la morte.
Per vivere bisogna spesso drogarsi in
qualche modo. Nel nostro sangue scorrono già droghe naturali di ogni tipo
(ormoni, ecc), proprio per ovviare alla sofferenza di certe situazioni o
periodi. Ed è quanto mai ovvio cercare altre droghe, naturali o sintetiche. Finché
non prenderemo coscienza di questo dato di fatto e non smetteremo di decantare
il dono della vita, continueremo a domandarci perché siamo così infelici.
Lo siamo perché la vita è stata
concepita per perpetuarsi a qualsiasi
costo, indipendentemente dalla soddisfazione degli individui. Gli individui
sono soldatini di una guerra che prevede comunque la loro distruzione, sono
tessere di un mosaico in cui la felicità dei singoli (sessuale o altro) è prevista
solo per poter mantenere la specie. Per il resto non è prevista nessuna
felicità. Crescete, lavorate, riproducetevi e poi toglietevi di torno! Volete
anche essere felici?
Naturalmente non siamo tutti uguali e
non abbiamo tutti la stessa dose di infelicità. La saggezza, l’esperienza e i
sistemi sociali ben organizzati possono far diminuire le sofferenze inutili. Ma
non dobbiamo farci illusioni. Proprio nei paesi più sviluppati c’è il maggior
numero di suicidi dei giovani.
La mente è la più grande creatrice di infelicità…
e di felicità. E con la sua conoscenza e il suo controllo possiamo incominciare
ad eliminare tante convinzioni e abitudini non solo inutili ma anche deleterie
per il nostro precario benessere.