venerdì 9 marzo 2018

Meditazione come liberazione


Quando diciamo “io sono… questo”, diciamo contemporaneamente che non siamo tante altre cose. E sono più le cose che non siamo di quelle che siamo. Apparteniamo ad un “campo dell’essere” che restringe se stesso ad una piccolissima cosa, ad un individuo. È come se in un oceano ritagliassimo, con un qualsiasi contenitore, un circoletto di un centimetro di diametro. Ma una volta rimosso il confine del circoletto, quel po’ di acqua separata tornerebbe a far parte dell’immenso oceano.
Se seguiamo questo ragionamento, capiamo che cosa significhi meditare: togliere il circoletto che delimita l’acqua e tornare ad essere l’oceano.
Se poi, invece di capire razionalmente, sentiamo il procedimento nella realtà, stiamo effettivamente meditando, realizziamo la meditazione.
In tal senso, meditazione è liberazione – liberazione dalla strettoie.

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