Armonia
tra mente e corpo.
A
piedi andiamo più lentamente, ma vediamo più cose. Siamo nel paesaggio, che non
è un semplice fondale, ma parte di noi.
Ci
accorgiamo così che il nostro sé ha confini molto più ampi di quelli del corpo.
Siamo
più del nostro corpo, osserviamo le variazioni del terreno e della mente.
Apparteniamo
finalmente a noi stessi. È una forma di liberazione.
Ritmo
naturale, commisurato alle nostre forze, non quello dei treni o degli aerei.
Chi
cammina liberamente esprime se stesso, medita naturalmente e si scopre parte
del tutto. Però deve rivolgere lo sguardo non solo dentro di sé, ma fondersi
con ciò che lo circonda.
Dilata
il proprio io all’infinito.
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