Per
potere meditare, non basta cercare una o due volte al giorno, per dieci minuti
o mezz’ora, di astrarsi dal mondo e dai nostri stessi pensieri e sentimenti.
Non che sia sbagliato: va benissimo, aiuta a rilassarci, a purificarci, a
prendere le distanze, a recuperare energia, ecc. Ma non è sufficiente, perché è
più che altro un’azione di difesa.
Bisogna
anche imparare ad esaminare tutti i nostri stati d’animo riconoscendoli e accogliendoli
senza interferenze. E questa è una forma di meditazione che può essere fatta in
ogni momento, non solo quando siamo seduti.
Lo
scopo è quello di non reagire nei soliti modi condizionati, a prendere le
distanze dal nostro ego, a sentire che c’è altro, a capire che siamo abitati da
altro, a intuire che non siamo solo ciò che credevamo, a vederci agire come
ombre o maschere di altro, a sentire anche come quest’Altro, che è più vasto
del piccolo io. Il vero volto sotto la maschera della personalità.
Poiché
ci siamo divisi, ora dobbiamo riunificarci alla parte che abbiamo distinto e
allontanato da noi o che ci ha allontanato da sé.
Quando
lo facciamo, quando riconosciamo la presenza di questo Altro, chi è il Soggetto di questo
riconoscimento? Quello noi siamo, quella è la parte cui dobbiamo riunirci,
quello è il Volto della nostra maschera.
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