domenica 18 marzo 2018

Il volto e la maschera


Per potere meditare, non basta cercare una o due volte al giorno, per dieci minuti o mezz’ora, di astrarsi dal mondo e dai nostri stessi pensieri e sentimenti. Non che sia sbagliato: va benissimo, aiuta a rilassarci, a purificarci, a prendere le distanze, a recuperare energia, ecc. Ma non è sufficiente, perché è più che altro un’azione di difesa.
Bisogna anche imparare ad esaminare tutti i nostri stati d’animo riconoscendoli e accogliendoli senza interferenze. E questa è una forma di meditazione che può essere fatta in ogni momento, non solo quando siamo seduti.
Lo scopo è quello di non reagire nei soliti modi condizionati, a prendere le distanze dal nostro ego, a sentire che c’è altro, a capire che siamo abitati da altro, a intuire che non siamo solo ciò che credevamo, a vederci agire come ombre o maschere di altro, a sentire anche come quest’Altro, che è più vasto del piccolo io. Il vero volto sotto la maschera della personalità.
Poiché ci siamo divisi, ora dobbiamo riunificarci alla parte che abbiamo distinto e allontanato da noi o che ci ha allontanato da sé.
Quando lo facciamo, quando riconosciamo la presenza di questo Altro, chi è il Soggetto di questo riconoscimento? Quello noi siamo, quella è la parte cui dobbiamo riunirci, quello è il Volto della nostra maschera.

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