mercoledì 21 marzo 2018

Credere o non credere in Dio


Il problema non è se credere o non credere in Dio. Ma in quale Dio (anche chi non crede non crede ad una certa immagine di Dio). Esistono infatti molte immagini di Dio, almeno tante quanti sono gli uomini. E si può credere o non credere in Iddii completamente diversi.
Per esempio, quando si parla del “Signore”, già ci si pone in un atteggiamento di supplici sottomessi, quasi di questuanti. Manca l’orgoglio, la fierezza. Ci si considera dei sudditi senza importanza di un assoluto Dominatore che fa di noi quel che vuole. E anche questo atteggiamento ha varie gradazioni, in base al grado di autonomia di chi crede o non crede.
Si può credere ad un Dio totalmente altro o a un Dio che è dentro di noi (qui c’è già più fierezza). Si può credere in un Dio che coincide con la natura e il cosmo stesso o in Dio che se ne sta “fuori”. Si può credere in Dio che è semplicemente una legge immutabile o in Dio che interviene nel mondo, in Dio immobile o in un Dio che cambia se stesso. Si può credere in un Dio pensabile o in un Dio impensabile dalla mente umana… E così via.
Ma un certo numero di immagini può essere escluso perché frutto della fantasia umana. E non si può e non si deve credere a certe immagini di Dio, perché sono in contrasto con le nostre osservazioni. Per esempio, è certo che Dio non coincide con quello di nessuna religione, perché ogni religione ci dà un’immagine limitata e storicamente condizionata.
Non è detto dunque che il vero credente sia il seguace di una religione (il che contraddirebbe tutte le altre.) E può darsi che un ateo “creda” di più in Dio di uno che prega tutti i giorni. Non è così semplice.
Come diceva Meister Eckhart, per credere in Dio bisogna prima liberarsi di ogni idea di Dio.

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