Oggi,
tutti possono comunicare con tutti e non c’è più un punto privilegiato. È vero:
c’è stato un inizio. Ma quell’inizio non esiste più, si è dissolto.
Così
Dio. È diffuso nella Rete. È presente in tutti i punti.
La
conoscenza, così come la intendiamo oggi, è inquadrare le esperienze in schemi
e categorie logiche. Spesso si riduce a informazione, senza lo sviluppo di una
vera saggezza. E così perdiamo la vita. Diceva T. S. Eliot:
“Dov’è
la vita che abbiamo perso vegetando?
Dov’è
la saggezza che abbiamo perso conoscendo?
Dov’è
la conoscenza che abbiamo perso informando?”
Sì,
dobbiamo riconoscere che anche la conoscenza può essere mediocre e ripetitiva.
E che è necessario rifondare il concetto e l’esperienza del conoscere.
Lo
scopo non può essere una manipolazione della realtà e della mente, ma l’eliminazione
di ogni intervento sulla mente. Osservare senza interferire.
Il
risultato è l’attenzione della presenza. Lo scopo è cogliere il substrato, la
Fonte, al di fuori del tempo e dello spazio, al di fuori di ogni
condizionamento.
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