Quando diciamo che dobbiamo essere consapevoli
o che dobbiamo sviluppare la consapevolezza (per esempio del respiro) usiamo un
concetto giusto, ma non riusciamo a comunicare la qualità e l’intensità di
questa consapevolezza. Che non è un semplice “essere coscienti di”, ma anche un
godersi.
Ecco, sarebbe meglio dire che dobbiamo
assaporare e goderci ogni inspirazione e ed espirazione. E poi, però, anche
essere consapevoli che questo respiro è il ritmo della vita, e che ci segue e
varia ad ogni istante, e che la nostra esistenza ha la stessa consistenza di un
respiro, niente di più.
Allora vediamo la vita stessa come un’evanescente
sogno, pronto a dissolversi. Un’illusione.
Anche qui le parole non riescono a contenere e
ad esprimere il sentimento di meraviglia e di angoscia di questa scoperta.
Siamo destinati a vivere per morire. Siamo fuscelli trasportati dal vento,
siamo nuvolette che passano e si dissolvono.
E vorremmo essere eterni.
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