martedì 27 marzo 2018

Le rivoluzioni italiche


In Italia, si fanno le rivoluzioni per non cambiare nulla. Sì, nelle recenti elezioni, c’è stata una rivoluzione dei partiti. Ma le loro prime scelte?
Ecco subito Presidente del Senato una donna. Sarebbe un buon inizio, se non fosse che la Casellati si è sempre distinta non per imparzialità e per autonomia di giudizio, ma per fedeltà e sottomissione al capo, Berlusconi. Fu lei che con 150 parlamentari del Popolo delle Libertà marciò sul Tribunale di Milano contro la celebrazione del processo Ruby. Fu lei che giurò che Ruby era la nipote maggiorenne di Mubarak.
Sarà imparziale quando saranno in gioco gli interessi del suo capo?
Dunque, una sconfitta per le donne, una sconfitta per il Senato e una sconfitta per i partiti che l’hanno votata. Un ritorno al passato dei leccapiedi.
Un altro segnale preoccupante è l’ammirazione della destra e dei Cinquestelle per Putin. Ma Putin non è un dittatore che non esita a far ucciderei suoi avversari e che sta massacrando in Siria donne e bambini dei quartieri assediati?
Quest’uomo sarebbe il modello democrazia di Salvini e di Di Maio?
Ne vedremo delle belle, anzi delle brutte.

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