martedì 6 marzo 2018

Essere intelligenti


Dio è come il sole: brilla continuamente e imparzialmente per tutti. Ma spetta a noi sfruttarne la luce e l’energia. Se siamo di notte, e preghiamo per avere la luce, la luce non apparirà.
Il problema che Dio è al di là del bene e del male, e quindi ciò che è bene o male per noi, non lo è per lui. È mai sceso un angelo a fermare un terremoto o a fermare la mano di un assassino? Voi pregate, ma non riceverete nessuna risposta… e se riceverete qualche intuizione o ispirazione, saranno dovute alla vostra sensibilità, alle vostre doti.
Quando viene un terremoto,non si fa nessuna distinzione fra credenti e non credenti, tra buoni e cattivi, e i primi edifici a crollare sono le chiese.
A volte, ciò che credete sia un aiuto divino è in realtà dovuto ad alla vostra mobilitazione interiore che avviene anche se credete di star pregando Dio, di rivolgervi ad una forza esteriore.
Dio – la forza creatrice, ha dei limiti, gli stessi che ha posto al mondo. Se uno è scemo, non potrà diventare intelligente, se uno è confuso non potrà vedere chiaramente, se uno è inconsapevole non potrà diventare consapevole… che creda o non creda in Dio.
Se non conosciamo noi stessi, se non ci liberiamo dell’ignoranza egocentrica, dei pregiudizi, se non capiamo come funziona il mondo, se non mobilitiamo le nostre stesse forze, se non diventiamo più intelligenti, se non guardiamo le cose e i processi senza interpretazioni soggettive, anche in un’altra vita – ammesso che esista – rimarremo stupidi e non servirà pregare qualcuno. Sprecheremo la nostra occasione. Non ci libereremo della sofferenza.
I tibetani dicono che, dopo la morte, la nostra mente sarà sette volte più intelligente. Speriamo, altrimenti non usciremo dalle nostre illusioni.
Solo la conoscenza ci libera: l’amore e la fede non bastano. Anzi, sono ciechi e sordi.

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