In
un giorno limpido, recati su una collina su cui si trovino alberi e cespugli.
Cerca un posto da cui poter contemplare a perdita d’occhio la distesa di colli
e di valli; e lì siediti.
Non
guardare ora i singoli particolari del paesaggio, ma osserva l’insieme e
ascolta in silenzio. C’è una grande pace fuori e dentro di te.
Attendi
un colpo di vento e lo stormir di fronde. Quando finisce ogni rumore riporta l’attenzione
all’infinito e al silenzio.
Di
fronte a questa eternità, in questa eternità, sei emerso tu. Ci sei tu, qui e
ora. Con tutto il tuo passato, con tutti i tuoi ricordi. Ma, tra un soffio e l’altro
di vento, non ci sarai più, e magari al tuo posto ci sarà un altro che farà la
stessa esperienza.
In
questa immensità, in questo oceano di vite che vanno e vengono, il tuo pensiero
e il tuo piccolo io si annegano, cioè perdono i proprio limiti. Ma, tutto
sommato, è un naufragio dolce.
Ecco
riassunta la poesia L’infinito di
quel grande contemplativo che fu Giacomo Leopardi.
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