“Conoscersi”
non è semplicemente un atto di riconoscimento di ciò che è dato, ma uno
sperimentarsi, un costruirsi.
Non
un sé che si trova bell’e fatto, come un corpo, ma un sé che si determina conoscendosi. L’atto di conoscersi non è
mai neutro. Quindi stiamo attenti a come
ci conosciamo.
Quali
categorie infatti utilizziamo in questa operazione? Categorie che ci vengono
date dalla cultura e dalla società.
Cambiamole.
Cerchiamo
un sé che non abbia l’ossessione dell’identità personale, dell’ego. Sia per noi
stessi sia per la società.
“Sono
dove non penso e penso dove non sono” diceva Lacan. Fine dell’identità fra
essere e pensare. Povero Cartesio che diceva: “Penso, dunque sono!”
Potremmo
dire: ciò che penso è inevitabilmente un io artificiale e convenzionale. Per
trovare il vero io, dobbiamo imparare a “non pensare”. Ad avvicinarci alla
realtà senza categorie e pregiudizi, senza ego. Quello io sono.
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