Poiché il grande filosofo Nagarjuna
aveva detto: “Visto che non sostengo nessun punto di vista, sono libero da ogni
errore”, un discepolo domandò ad un maestro zen: “Se non devo sostenere nessuna
cosa, che cosa devo pensare?”
“Posala!” ripose il maestro.
“Ma se non c’è niente da sostenere, che
cosa dovrei posare?”
Allora, raccoglila!”
Il maestro si riferiva all’idea di
Vuoto o di Nulla utilizzata dal discepolo. Devi posare questa idea. La
realtà non è un concetto. Devi abbandonare ogni giudizio precostituito – anche il
giudizio che non ci sia niente, che il niente sia qualcosa.
Ma il discepolo non aveva capito e di
nuovo si riferì ad un’idea che aveva in testa: se non posso pensare a nulla [al
nulla, alla vacuità che sta al fondo di tutto], come faccio a posarla?
Allora, devi riprenderla!
In altri termini, qui non abbiamo mai
un nulla o un vuoto come assoluti. Si tratta di un nulla dinamico, di una
nientificazione dei prodotti mentali, di uno svuotamento della mente dai propri
concetti prefabbricati, di una negazione della mente stessa che vuol chiudere
le verità in definizioni.
Nello stesso tempo, ci è necessario
utilizzare i concetti comuni, anche se dobbiamo rimanere coscienti della loro
relatività.
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