La differenza tra popoli più evoluti e
popoli più sottosviluppati sta tutta in due parole: “bene comune”. I popoli più
sviluppati, più ordinati e più prosperi sono quelli in cui la maggior parte dei
cittadini lavora per il bene comune. Negli altri si lavora per se stessi, per
la famiglia, per la parte politica, per la consorteria o per la cosca, ma si
ignora il bene comune.
Esemplare il caso del mafioso che
seppellisce nella propria regione scorie velenose per la salute pubblica. Lui
si è arricchito e gli altri muoiono.
Se esaminiamo la mappa dei popoli più
evoluti, troviamo gli anglosassoni, cioè i popoli protestanti. Gli altri, i
cattolici, come l’Italia o i paesi sudamericani, sono sempre più corrotti, sono
quelli in cui quasi non esiste l’idea di bene comune.
Ora, il senso dell’ordine e
dell’organizzazione dipende dal carattere dei popoli, ma il senso etico dipende
dai valori religiosi.
Certo, in Italia siamo bravissimi a
fare obiezioni di coscienza o a iscrivere i nostri figli all’ora di religione,
ma poi gli stessi individui, così ligi ai dettami religiosi, rubano i soldi
pubblici, rubano, evadono le tasse, prevaricano, cercano privilegi e
imbrogliano in mille modi, senza curarsi del bene comune.
Come mai? Forse perché per il cattolico
il bene etico riguarda essenzialmente una dimensione dogmatica, sessuale ed
ecclesiale, ma non arriva mai a livello di senso civico. Del resto, si sa che
la Chiesa cattolica è sempre stata e rimane la grande nemica dello Stato, cui
vorrebbe sostituirsi.
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