venerdì 16 giugno 2017

Il vuoto essenziale

Il vuoto e il nulla sono al centro di una nuova e più interessante possibilità di concepire la teologia e una più profonda comprensione della realtà.
Vuoto non significa non-esistente. Se diciamo che una casa è vuota, non significa che sia non-esistente. Se diciamo che al fondo dei numeri c’è lo zero, non significa che lo zero sia nulla; anzi, senza di lui non potremmo fare tante operazioni. Un vuoto, dunque, molto utile.
Il vuoto permette ad un vaso di essere, ad una casa di essere, alla musica di essere, al corpo di essere, al mondo di essere, al pensiero di essere, alla vita di essere… e, in realtà, ad ogni cosa di essere.
Vuoto e nulla non indicano una mancanza, ma una possibilità di dinamismo e di potenziamento della vita, un nucleo che permette di assegnare un sostrato a tutto. Lungi dall’indicare annientamento, indicano una potenzialità di essere, il fondo delle cose.
Avvicinarsi al vuoto è avvicinarsi all’essenza. Il nucleo non è non-esistente, ma la possibilità della moltiplicazione dell’essere.
Il problema che il vuoto-nulla non è comunemente esperibile, perché in esso viene a mancare il soggetto percipiente. Quando per esempio dormiamo senza sognare, il soggetto scompare. E lo stesso avviene nella morte. La coscienza arriva fino al suo limite estremo e poi si spegne.
Di conseguenza, del vuoto possiamo dire solo quello che non è, non quello che è. Ma questo non significa che non-esista. La sua esistenza può essere dedotta proprio dalle molteplici manifestazioni dell’essere.
Ritornare al vuoto è quindi la possibilità di tornare al fondo della realtà. E ci si può arrivare o attraverso il sonno senza sogni o attraverso la meditazione che comporta il silenzio, la quiete, la non-mente e lo sprofondamento.

Possiamo arrivare ai limiti del buco nero, stare lì a contemplare il vuoto-pieno-di-potenzialità, attingere un po’ della sua enorme energia e poi tornare rinnovati in questa realtà delle sue manifestazioni.

La meditazione è una pratica di immersione periodica in queste profondità abissali.

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