Se sapessimo rispondere a questa
domanda, avremmo risolto tutti i nostri problemi di identità. Ma il fatto
di non riuscirci è altamente
significativo: vuol dire che questa identità è manchevole fin dall’inizio.
Non sappiamo chi siamo perché in gran
parte non siamo. Siamo come certi
personaggi del teatro di Pirandello: immagini, riflessi, privo di una
consistenza stabile, che recitano una parte senza sapere perché e percome.
La consapevolezza non è un semplice
riflesso. Ma una scissione dell’essere che si mette di fronte a sé, perdendo
perciò la propria consistenza.
La via opposta è la meditazione, intesa
come una concentrazione o una riunione che risana proprio la scissione,
riunificando.
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