Tutto ciò che facciamo, lo compiamo in
nome dell’ego. Lo consolidiamo, lo affermiamo, lo esaltiamo, lo facciamo
godere, lo aduliamo, lo difendiamo, lo preserviamo e, infine, in caso di
un’altra vita, gli assicuriamo onori funebri e possibilità di proseguire… non
si sa mai.
Ma ora proviamo a togliergli il velo,
debelliamo la sua radice, annulliamo l’attaccamento ad esso. Proviamo a
liberarci, anche solo per un momento, dall’ossessione egoica.
Bene, questa è la liberazione. Non
pensiamo più all’ego, non agiamo più con l’ego e per l’ego. Ogni altro
tentativo di arginare le sue potenti forze – l’ambizione, la bramosia, l’odio,
la competizione, ecc. – contrapponendogli le virtù contrarie, è destinato al
fallimento, ad uno sforzo inutile, ad una fatica di Sisifo.
Solo la liberazione dall’ego ci
permette di saltare su un altro piano. Solo rinunciando alla presa dell’ego,
agiamo in modo universale.
Ma non vedo in giro tante persone
capace di farlo. Vedo tanti piccoli ego che lavorano per sé.
Nessun commento:
Posta un commento