Tutti dovremmo
essere dei ricercatori spirituali, perché la vita è breve e non abbiamo tanto
tempo per capirne, per carpirne il
senso. Invece siamo come addormentati e ci accontentiamo delle poche idee che
ci sono state inculcate da bambini. In questo senso non evolviamo mai, siamo
dei tristi conservatori. Non cerchiamo nulla di nuovo, non sentiamo la
ristrettezza della prigione che ci siamo costruiti con le nostre stesse mani,
con la nostra stessa mente.
Peccato,
perché alla fine resterà proprio ciò che avremo scoperto nelle nostre ricerche.
E a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Molti credono che sia inutile riflettere,
ricercare e meditare, perché non si ottengono mai risposte. Ma ciò che conta è
il livello di profondità, il livello di sensibilità, il livello di consapevolezza
che avremo raggiunto... anche nella nostra ignoranza. È a quel livello che
prima o poi ci ritroveremo.
“La via giusta
è capire che ogni cosa è dentro di noi, e lavorare per svilupparci. Se
comprendiamo che la mente è la creatrice di tutto, incominceremo a capire che
ogni cosa è nelle nostre mani.”
Gyalwang Drukpa, Vedere il cielo in un fiore selvatico
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