Con la proposta
dell’autonomia regionale si ripresenta il vecchio progetto della Lega: creare
uno Stato del Nord (coincidente più o meno con la Padania) lasciando perdere il
resto dell’Italia. Le regioni ricche sarebbero come tanti Stati e forse si coordinerebbero,
e le povere affonderebbero del tutto.
La cosa più incredibile è che le regioni
del sud e le isole abbraccino questa idea, votando per la Lega. Come si dice,
la madre del cretino è sempre incinta… anche perché se una donna è sempre incinta
deve essere parecchio cretina.
Autonomia non è sinonimo di buon governo.
Prendiamo la Sicilia, dove i privilegi, le ingiustizie, la povertà, le mafie e
il malgoverno sono sotto gli occhi di tutti. Ma il vero problema è che una
regione ricca e ben amministrata, a poco a poco vuol diventare uno Stato
autonomo. Guardate la Val d’Aosta, l’Alto Adige, il Trentino e il Veneto: se
potessero, si organizzerebbero come veri e propri Stati.
La verità è che le regioni italiane
furono un tempo Stati autonomi. E, quindi, riprendere l’autonomia, significa
per loro tornare all’antico.
Insomma, un’autonomia del genere
porterebbe alla dissoluzione dell’Italia, della ragione stessa per cui si è
formata l’Italia.
Se vogliamo
tornare ad essere tanti Staterelli (dominati dalle potenze straniere che non ci
pensano minimamente a cancellare la propria unità), andiamo avanti. Altrimenti
fermiamoci.
Resta il
fatto che gli italiani si stanno preparando a votare in massa per Salvini. E,
una volta che la Lega sarà padrona del governo, che cosa le impedirà di organizzare
la sua secessione?
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