È impossibile separare il corpo dalla mente. Come il corpo
influenza la mente, così la mente influenza il corpo. Il malessere o il
benessere che partono dal corpo influenzano la mente, e viceversa. Se a un
certo punto ci sentiamo male fisicamente o psicologicamente, dobbiamo
innanzitutto prendere coscienza delle sensazioni che proviamo, e poi cerchiamo
di intervenire.
Utilizziamo a questo scopo il respiro, che fa da
interfaccia tra corpo e mente. Il malessere o il benessere, infatti, si
riflettono sulla respirazione. Se il respiro è calmo, rilassato e disteso, vuol
dire che siamo a nostro agio. Se il respiro è contratto, accelerato,
frammentato o superficiale, vuol dire che stiamo male, o sul piano fisico o sul
piano mentale. In ogni caso si può agire proprio sulla respirazione.
Durante la giornata
dobbiamo diventare consapevoli a intervalli regolari dello stato della
respirazione. È un po' come avere continuamente il polso della situazione.
Inoltre questa continua presa di coscienza è un ritorno allo stato attuale, al
qui e ora.
Non ci dimentichiamo
che qualunque sensazione è un campo di energia, e l'energia non va né repressa
né sprecata, ma va utilizzata cambiandone il segno dal negativo al positivo. Se
la sensazione è negativa, possiamo trasformarla in positiva agendo sulla
respirazione cosciente; inoltre dobbiamo raggiungere una visione profonda
dell'origine, delle cause e dell'evoluzione di ogni stato d'animo.
È l'attenzione, l'osservazione cosciente, che
opera la conversione da negativo a positivo. E il respiro è il catalizzatore
dell'intero processo.
Non dovete però forzare niente. Ma accompagnare
delicatamente e lentamente la respirazione.
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