Di solito, pensando al futuro in termini evolutivi, immaginiamo
che gli uomini saranno sempre più intelligenti. E speriamo che sia così. Ma
niente è sicuro. Può anche darsi che diventino più cretini. Se esaminiamo il
mondo attuale, vediamo società sempre più stupide che eleggono, per esempio,
governanti idioti e ignoranti. Come mai?
Il fatto è che mettendo insieme le intelligenze, come succede
nella Rete, non sempre si ottiene la somma delle parti – qualche volta succede
il contrario. C’è folla e folla. C’è una folla che può risultare più intelligente
dei singoli individui e c’è una folla che può risultare molto più stupida. Un
gruppo di scienziati può produrre risultati superiori a quelli dei singoli, ma
un gruppo di tifosi può essere molto più stupido del più stupido dei suoi
componenti.
Ieri ho visto un servizio televisivo in cui si dimostrava che, a
causa dei tanti inquinanti, l’intelligenza umana è in declino, perché gli
interferenti endocrini creano dei cervelli sempre più labili.
Non sempre, dunque, il percorso evolutivo si sviluppa in un
senso positivo. Talvolta regredisce, così come risulta proprio da un esame dell’evoluzione
degli esseri viventi. Niente è assicurato. Può darsi che diventeremo esseri
superintelligenti o può darsi che il nostro vertice intellettivo sia già stato
raggiunto e che adesso torniamo indietro, sempre più stupidi.
Del resto, se l’intelligenza degli esseri viventi aumentasse
continuamente, dovremmo essere ormai molto intelligenti, in questo pianeta o
altrove. Ma dove sono le civiltà superiori? In quasi tutte le cosmologie
antiche si parla di civiltà scomparse o di ere in cui l’intelligenza aumenta e
diminuisce.
Forse, siamo nel Kali Yuga, l’era della dell’involuzione.
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