I nostri
genitori ci spingono ad “essere qualcuno”, a farci strada nella vita – e per
noi tutto questo è normale (evidentemente, siamo convinti di poter essere…
nessuno.) Non basta insomma il fatto di essere; no, dobbiamo anche essere
qualcuno, distinguerci. Eppure, il fatto di essere vivi, di essere sani, di
essere qui e ora e di essere unici è già un miracolo. Che cos'altro possiamo
aggiungere?
“Essere
qualcuno” significa introdurre la follia e la nevrosi del mondo, quella che ci
porta a contrapporci e a competere.
Forse, un giorno, dopo aver tanto
lavorato e lottato, dopo esserci fatti una posizione sociale, dopo essere “diventati
qualcuno,” sentiremo il bisogno di trovare il nostro vero sé, non una maschera
qualsiasi. Sì, perché ciò che siamo veramente non ha niente a che fare
con lo status sociale.
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