Credere ad una religione storica
significa credere che Dio si sia incarnato in un uomo specifico, che abbia
scelto un unico profeta o che abbia preferito un unico popolo. Ma questo
significa credere ad un certa forma del Divino inchiodata in persone o eventi
specifici, storici appunto.
Si può invece credere ad un Dio che non compia scelte o
preferenze (ingiustificate), che non si incarni in questo o quello, ma sia
incarnato in tutti – e in tutto. Un
Dio come Totalità, al di là dei differenziati e degli opposti. Questo Dio non
ha bisogno di ulteriori incarnazioni perché è già incarnato in ogni cosa. Non
un Dio che stia nelle chiese, nei templi e nei tempi. Ma un Dio che esista dappertutto
e in tutto.
In ogni caso, credere in un Dio definito significa definirlo, delimitarlo, diminuirlo e dar vita a una
serie di ineliminabili contraddizioni.
In fondo, il mito dell’incarnazione di Dio non è che l’antropomorfizzazione
di Dio, il Dio concepito a misura umana.
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