venerdì 7 settembre 2018

Vedere la realtà del mondo


Le masse cercano maestri che le illuminino; ma non è così che funziona. Non c'è qualcuno che possa infonderci la luce. Al massimo i maestri possono indicarci la via, ma poi ognuno deve percorrerla da solo, perché ogni strada è personale. Il maestro zen Ikkyu Sojun (1394-1481) scriveva in una sua poesia:

"Dal principio del mondo
la verità non ha avuto maestri:
la si coglie da soli
con un guizzo spontaneo della mente."

       Il Buddha stesso paragonava la sua dottrina ad una zattera che si utilizza quando si deve attraversare un fiume. Una volta giunti al di là, bisogna lasciarla perdere. In tal senso le tradizioni e i maestri, se rimaniamo attaccati ad essi, sono solo grandi trappole. Linji diceva: "Se incontri sulla tua strada il Buddha, uccidilo!" Anche Freud sarebbe stato d'accordo: per ottenere l'emancipazione, bisogna superare il legame di dipendenza dal padre.
       Uccidiamo gli idoli, uccidiamo le religioni con i loro Padreterni! Le strade non sono segnate una volta per sempre e non sono uguali per tutti. Ognuno deve aprirsi la sua. Finché cercheremo la verità altrove, non scopriremo mai che essa è in nostro potere.
       Chiunque vede a lampi la propria natura e la natura del mondo è un illuminato. Ma, per far questo, è necessario unire ad una grande ricettività una sana diffidenza per le fedi rivelate, tramandate e piovute dall'alto.
       La capacità di vedere oltre gli ingannevoli aspetti fenomenici e le ideologie non è tanto una capacità intellettuale quanto una forza che nasce dall'introspezione, dall'intuizione e da una forte concentrazione sulla propria realtà interiore, al di là dei dualismi mentali e dei concetti pietrificati.


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