Si dice che il
pessimista sia un ottimista ben informato. Informato di che? Ovviamente delle
difficoltà della vita e di ogni avventura e del fatto che tutto alla fine
cambia e finisce. All’ottimista invece sembra che tutto debba sempre andare
bene e che le cose non si disgregheranno mai. Il che è evidentemente sbagliato.
Prima o poi le cose andranno male e alla fine andranno malissimo e si
disgregheranno.
L’ottimista dice che questo è il
migliore dei mondi possibili. Il pessimista commenta: “Purtroppo…” Nel senso
che vede chiaramente che il mondo si basa su leggi feroci e spietate e che alla
fine tutto collasserà, dal singolo individuo all’universo stesso.
L’ottimista sogna un Dio che sia
pace e amore. Il pessimista vede che da un Dio del genere non sarebbe nato questo
mattatoio.
Se questo è il migliore dei mondi
possibili, chissà gli altri. E se questo mondo è la creazione di un Dio, questo
Dio non deve essere un granché in fatto di previdenza e bontà.
Ma questi ragionamenti sono validi
solo se adottiamo la vecchia idea di un Dio perfetto e onnipotente che dall'alto e dall'esterno crea il cosmo. Non si
capisce infatti come dalla perfezione possa nascere tanta violenza.
Se invece sposiamo l’idea che il
mondo si sia fatto da sé a forza di prove e di tentativi, sbagliando parecchio,
e se fosse in una evoluzione comunque migliorativa, allora – e solo allora –
potremmo dire che il poverette ha fatto anche troppo.
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