giovedì 27 settembre 2018

Il non-senso della vita


Nella ricerca di senso, abbiamo creato Dio, il datore di un senso – anche se di un senso limitato e ristretto. Ma poi il rimedio si è rivelato peggiore della malattia. Perché, caduta l’illusione di un Padre-Padrone che, nel bene e nel male, si occupa di noi, abbiamo scoperto il vuoto di senso. Nessuno ci aiuta e siamo soli. Capiamo che quel senso era un espediente per non essere soli, per dare comunque un senso al vivere.
Ma in realtà la vita ha un senso in se stessa, perché noi abbiamo sempre una sensazione, una direzione e un dovere. Dobbiamo comunque sempre mangiare, respirare, percepire, conoscere, invecchiare… indipendentemente dal senso razionale. Trovandoci su un piano inclinato, non possiamo fermarci, non possiamo non rotolare. Anche se stiamo immobili, procediamo comunque.
Il senso della vita è proprio questo procedere – il buon vecchio divenire. Dobbiamo imparare a vivere e a operare senza un senso razionale, seguendo le inclinazioni dell’esistenza.
Con Dio o senza Dio, con un senso o senza senso, volenti o nolenti, noi procediamo. Tutti i giorni dobbiamo risvegliarci, tutti i giorni dobbiamo andare a dormire: non possiamo farne a meno. La vita non ha bisogno di un senso che venga dall’esterno. Ha già il suo senso. Anzi, ogni senso razionale appare giustapposto e dunque arbitrario.

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