sabato 8 settembre 2018

Essere resilienti


Secondo il buddhismo, i tre grandi ostacoli alla liberazione sono l’avversione, l’attaccamento e l’ignoranza/confusione. Si tratta in realtà di tre atteggiamenti mentali che costituiscono le fondamenta più negative dell’essere umano. L’atteggiamento di avversione è vedere gli altri come nemici, è cogliere il lato riprovevole delle cose e delle persone, è emettere giudizi e condanne, è essere sempre diffidenti e scettici, è essere pessimisti, è non credere nelle proprie possibilità.
Questi inquinanti non solo non ci permettono di vedere chiaramente la realtà, ma ci rendono anche infelici. Dobbiamo quindi coglierci nei momenti in cui ci abbandoniamo ad un atteggiamento di avversione e vediamo tutto con lenti deformanti nere individuando solo i difetti delle situazioni e delle persone. Prendendo coscienza di tali cedimenti, usciamo da una negatività generalizzata, curiamo lo scoraggiamento e ci tiriamo gradualmente fuori. Non è vero che le cose siano così negative come le vediamo in certi momenti. Possiamo correggere il tiro, possiamo correggere la vista, possiamo confidare non nell’aiuto di qualche protettore divino, ma nelle nostre stesse potenzialità.
Questo è molto importante. Non siamo povere banderuole in balia del vento, non dobbiamo dipendere sempre dagli altri o dalle divinità. Possiamo anche far resistenza e contare sulla nostra forza.
Le avversità esistono e si manifestano quasi ad ogni passo. Ma noi non dobbiamo cedere allo sconforto e, di conseguenza, aumentarle con ansie, paure e preoccupazioni. Abbiamo dentro di noi una riserva di energie che possono essere mobilitate anche quando tutto ci sembra perduto.
È la consapevolezza che, facendoci vedere il nostro abituale atteggiamento negativo, ci permette di distaccarci e di cambiare registro.


Nessun commento:

Posta un commento