In meditazione, prima o poi bisogna arrivare a una gestione delle
emozioni; altrimenti non si può andare oltre un livello convenzionale dei
comportamenti emotivi – e quindi non si può andare molto in là sulla strada
della meditazione stessa. Di solito, a questo punto, si parla di emozioni
negative. Ma la distinzione fra emozioni positive ed emozioni negative è sempre
relativa. Per esempio, la rabbia è considerata un sentimento negativo. Tuttavia
la sua spinta può essere quanto mai utile a superare situazioni difficili. Lo
stesso vale per la paura, per l’odio e per il desiderio: non si può buttare via
il loro impeto emotivo limitandosi ad una semplice repressione, come se fossimo
dei semplici pretini.
Bisogna saper distinguere innanzitutto tra sensazioni e
reazioni; bisogna cioè saper individuare, isolare e stare con la sensazione. Il
suo impeto può essere particolarmente utile per dare energia alla nostra vita.
Ma, a tale scopo, è necessario saper assaporare l’emozione e utilizzarla per
altri sbocchi: si potrebbe anche parlare di sublimazione.
Nel momento in cui si riesce a stare con la sensazione, la
sua forza può essere deviata verso altre mete, diverse da quelle originarie. In
tal senso le emozioni sono tutte positive. L’importante è saperle trasformare e
manipolare.
La cosa è particolarmente importante per il desiderio e per
il piacere. Un desiderio genuino è un’enorme forza, che può essere convogliata
verso sbocchi diversi. Un desiderio è sempre la voglia di ottenere e di godere
qualcosa. Perfino il desiderio di illuminazione rientra in questa categoria, e
non è diverso per esempio dal desiderio sessuale. Infatti, noi desideriamo una
cosa perché sentiamo che può darci gioia ed energia. Ma anche qui il punto è
riuscire a stare con la sensazione, diventandone del tutto consapevoli.
Mentre però è giusto cercare di limitare gli impulsi della
rabbia, dell’avversione, dell’odio o della paura, pur utilizzando la loro
spinta, nel caso del desiderio di qualcosa di bello bisogna cercare di
rilassarsi nella sensazione e riuscire ad espanderla. La sensazione non
dev’essere più limitata a una particolare persona o a un particolare oggetto.
Ma va lasciata illuminare a poco a poco l’intero essere. Ecco come nasce in
meditazione la gioia.
Naturalmente molto dipende dalla qualità e dall’intensità
della forza iniziale. Ma resta il fatto che, nel campo delle emozioni, non
bisogna mai buttare via niente.
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