Perché
tanta resistenza ad evitare la via della consapevolezza e a scegliere invece la
via dell'acquiescenza all'opinione comune? A parte la mancanza d'intelligenza e
di coraggio, il problema è che non tutte le rivelazioni prodotte dalla
consapevolezza sono piacevoli. Alcune sono decisamente squallide. Per esempio,
la scoperta che siamo individui qualunque, che siamo come banderuole al vento,
che non sappiamo decidere, che la nostra personalità è un'accozzaglia di luoghi
comuni e di tratti presi in prestito da qualcun altro, e che insomma siamo già semi-morti
senza accorgercene . Rivelazioni che mettono a dura prova il nostro senso di
autostima o la nostra presunzione.
No, non sempre la consapevolezza passa
per esperienze gradevoli. Ma è necessario affrontare per prima proprio
quest'opera di demitizzazione e di ridimensionamento se si vuole approfondire
la conoscenza di noi stessi e del mondo. Ci credevamo chissà chi e invece
scopriamo di essere delle nullità.
Ecco perché evitiamo la via della
consapevolezza e preferiamo restare nella via dell'incoscienza. Non vogliamo
svegliarci dal nostro sonno di illusioni. Siamo figli di Dio, perbacco, e
abbiamo un'anima immortale assicurata! Perché uscire da questo gratificante
sogno ad occhi aperti?
Ma avere un'origine divina non significa
niente, perché tutto ha un'origine divina, anche il criminale e il gatto; e
quanto alla vita immortale, può essere un'immortalità di noia, di conformismo e
di batoste.
In realtà c'è molto da fare per uscire
dalle nostre confortanti illusioni, c'è un lavoro da compiere per risvegliarci
da un sonno millenario. E per prendere coscienza.
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