Siamo
abituati a pensare che la concentrazione sia qualcosa che richieda sforzo e
costrizione. Ma questo succede solo quando cerchiamo di concentrarci su
qualcosa di sgradevole. Allora dobbiamo imporci di restare attenti, ed è questo
che stanca e annoia.
È anche vero che ciò che stanca è la
proliferazione mentale, non soffermarsi a lungo su nulla e alimentare mille
pensieri e immagini.
Ora la concentrazione sul respiro
dovrebbe essere qualcosa di naturale e rilassante, non uno sforzo. Nel seguire
il respiro dovremmo riposare la mente, non affaticarla. Tutt’al più potremmo
riportare gentilmente l’attenzione al
respiro quando scivola via.
Ma non dovrebbe esserci bisogno di una concentrazione
erculea, che sarebbe controproducente.
D’altronde, non dobbiamo cogliere qualcosa di statico,
ma qualcosa che è sempre in divenire, un flusso.
Questo flusso del respiro è il flusso della vita, il
suo scorrere, il suo cambiare di continuo.
Chiaramente il respiro è un simbolo della danza della
vita, che non si ferma mai, che non è mai uguale, , che richiede sì
concentrazione, ma è la natura stessa.
Non dobbiamo cercare stati alterati di coscienza, come
succede con certe droghe. Dobbiamo solo cercare equilibrio, lucidità e
chiarezza – una super chiarezza.
Non ci dimentichiamo che la nostra coscienza, il
nostro corpo e il nostro sistema nervoso sono i mezzi con cui la natura diventa
consapevole di se stessa. E questo dobbiamo fare, sempre di più.
Attraverso il respiro possiamo connetterci con la
limpida pace che è in noi.
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