mercoledì 19 settembre 2018

La danza della vita: il ruolo della concentrazione


Siamo abituati a pensare che la concentrazione sia qualcosa che richieda sforzo e costrizione. Ma questo succede solo quando cerchiamo di concentrarci su qualcosa di sgradevole. Allora dobbiamo imporci di restare attenti, ed è questo che stanca e annoia.
       È anche vero che ciò che stanca è la proliferazione mentale, non soffermarsi a lungo su nulla e alimentare mille pensieri e immagini.
       Ora la concentrazione sul respiro dovrebbe essere qualcosa di naturale e rilassante, non uno sforzo. Nel seguire il respiro dovremmo riposare la mente, non affaticarla. Tutt’al più potremmo riportare gentilmente l’attenzione al respiro quando scivola via.
Ma non dovrebbe esserci bisogno di una concentrazione erculea, che sarebbe controproducente.
D’altronde, non dobbiamo cogliere qualcosa di statico, ma qualcosa che è sempre in divenire, un flusso.
Questo flusso del respiro è il flusso della vita, il suo scorrere, il suo cambiare di continuo.
Chiaramente il respiro è un simbolo della danza della vita, che non si ferma mai, che non è mai uguale, , che richiede sì concentrazione, ma è la natura stessa.
Non dobbiamo cercare stati alterati di coscienza, come succede con certe droghe. Dobbiamo solo cercare equilibrio, lucidità e chiarezza – una super chiarezza.
Non ci dimentichiamo che la nostra coscienza, il nostro corpo e il nostro sistema nervoso sono i mezzi con cui la natura diventa consapevole di se stessa. E questo dobbiamo fare, sempre di più.

Attraverso il respiro possiamo connetterci con la limpida pace che è in noi.

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