Tutto sommato,
il linguaggio della pubblicità è il linguaggio della frode. Nel senso che si
magnificano virtù che non esistono. “Prendi quella pillola, e guarisci subito…!”
È una truffa perché quelle virtù sono false e perché qualcuno si arricchisce
alle spalle dei creduloni.
Peccato che
oggi sia diventato il linguaggio della politica. “Eleggi me e io ti risolverò
ogni problema…!” Ad ogni elezione, i cittadini si preparano ad essere frodati dai
loro politici… se non lo sono sempre stati.
Dovremmo
istituire un’autorità anti-frode, che verifichi dopo un po’ quante di quelle
promesse sono state mantenute. E mandare in galera i truffatori. Allora smetterebbero
di promettere mari e monti.
Lo stesso
dovremmo fare anche con le religioni. Ma qui ci sarebbe il problema che nessuna
autorità sarebbe in grado di verificare ciò che promettono… il che dà già da
pensare. Forse ci troviamo di fronte alla truffa perfetta.
Mi si domanda
se la meditazione è conciliabile con le fedi religiose. La risposta è no, dato
che le religioni spacciano per verità delle loro fantasie, mentre la meditazione
vuole andare a verificare in prima persona ciò che afferma. Se dico che la meditazione deve portare alla
quiete, faccio presto a verificare se è vero o no, e in quale misura.
Ma il punto è
un altro: non ci può illudere di disperdere tutta l’ignoranza e le fandonie
religiose per praticare la meditazione. Le due cose convivono a lungo, finché l’una
non disperde l’altra.
È inutile
dichiarasi credenti o atei, perché si tratta in entrambi i casi di
dichiarazioni di fede, non verificabile.
La posizione
giusta è che non c’è certezza di niente, fino
a verifica. È proprio per questo chi esalta la verità delle proprie
credenze truffa gli altri e se stesso.
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