Nella sua forma
più elementare, la meditazione è sedersi tranquillamente
una o più volte al giorno. Il punto fondamentale sta in quell’avverbio: “tranquillamente.”
È il modo, la
qualità che conta, non l’obiettivo, lo scopo, il fine.
“Stare seduti
tranquillamente” significa farlo senza ansie, senza secondi fini, senza sforzi,
senza volontà di fare, raggiungere o ottenere qualcosa, e anche senza ricordi o
progetti per il futuro. Stare esattamente lì, a nostro agio.
Quando
cerchiamo qualcosa o un certa esperienza, siamo persone banali, dirette da
desideri, ansie, paure, rimpianti, motivazioni e speranze. Dunque, non siamo
tranquilli.
Certo, non
vediamo comparire né angeli né dei. Non accadono miracoli. Ma, quando meditiamo
senza cercare niente, assaporando il momento, siamo superiori anche agli dei,
poveretti, sempre in tensione per tenere in piedi questo enorme baraccone.
È vero, sono
esperienze che durano poco. Perché, subito dopo, siamo ripresi dall’ansia di
fare o non fare, di conquistare, di ottenere o di perdere, di guadagnare, di amare
o di essere amati, di difenderci o di colpire….
Una cosa così semplice
che è difficile capirla. Siamo troppo
intellettuali.
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