martedì 6 febbraio 2018

I rischi della meditazione

Bisogna stare attenti a come si usa la mente. Un uso scorretto può provocare danni. Pensiamo per esempio al contributo negativo della mente nella genesi di un’ulcera, di una depressione, di un attacco cardiaco o di altre malattie.
Poiché l’essere umano è un insieme di corpo e spirito, una depressione o uno shock dello spirito porta inevitabilmente a una depressione o a una malattia del corpo.
Se dunque la mente è indirizzata male, ciò può avere conseguenze negative – per il corpo e per la mente stessa. Può avvenire anche il contrario, che un corpo maltrattato provochi stati d’animo nocivi.
Questo vale anche in campo meditativo. Siccome i nostri primi tentativi sono tutti sforzi mentali diretti ad ottenere forza, potere egoico e felicità personali, dobbiamo riesaminare i nostri veri obiettivi. Non stiamo lavorando solo per noi stessi, ma per il bene dell’umanità.
Ogni nostro passo avanti, è un passo per tutti gli uomini. Siamo pionieri che lavorano disinteressatamente per il bene generale. Non per far soldi, per diventare famosi o per diventare potenti.
Questa è l’unica impostazione valida – ed efficace. Le altre potrebbero anche essere nocive o comunque non portare a niente. Dobbiamo sempre tener sotto controllo i nostri limiti e il nostro istintivo egocentrismo.
Il fatto è che la meditazione non dovrebbe neppure essere un atto della mente, ma uno sviluppo della consapevolezza al di là della piccola mente condizionata.

Si può dire che s’incomincia a meditare solo quando ci capisce questa impostazione.

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