Bisogna stare
attenti a come si usa la mente. Un uso scorretto può provocare danni. Pensiamo
per esempio al contributo negativo della mente nella genesi di un’ulcera, di
una depressione, di un attacco cardiaco o di altre malattie.
Poiché l’essere
umano è un insieme di corpo e spirito, una depressione o uno shock dello
spirito porta inevitabilmente a una depressione o a una malattia del corpo.
Se dunque la
mente è indirizzata male, ciò può avere conseguenze negative – per il corpo e
per la mente stessa. Può avvenire anche il contrario, che un corpo maltrattato
provochi stati d’animo nocivi.
Questo vale
anche in campo meditativo. Siccome i nostri primi tentativi sono tutti sforzi mentali diretti ad ottenere forza,
potere egoico e felicità personali, dobbiamo riesaminare i nostri veri
obiettivi. Non stiamo lavorando solo per noi stessi, ma per il bene dell’umanità.
Ogni nostro
passo avanti, è un passo per tutti gli uomini. Siamo pionieri che lavorano disinteressatamente
per il bene generale. Non per far soldi, per diventare famosi o per diventare
potenti.
Questa è l’unica
impostazione valida – ed efficace. Le altre potrebbero anche essere nocive o
comunque non portare a niente. Dobbiamo sempre tener sotto controllo i nostri
limiti e il nostro istintivo egocentrismo.
Il fatto è che
la meditazione non dovrebbe neppure essere un atto della mente, ma uno sviluppo
della consapevolezza al di là della piccola mente condizionata.
Si può dire che
s’incomincia a meditare solo quando ci capisce questa impostazione.
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