domenica 4 febbraio 2018

Alla fine del pensiero

Tutte le nostre idee di giustizia ultraterrena – paradiso/inferno, reincarnazione o annullamento totale – hanno un grosso difetto: sono mediocri, sono proiezioni umane (troppo umane), sono cioè ciò che farebbe un uomo se fosse Dio.
Ma Dio non è un uomo, non pensa  e non progetta come un uomo. E, dunque, proviamo a ripensare il problema non come uomini - dando per scontato che tutto ciò che ci immaginiamo non è all’altezza.
Prendiamo in considerazione le varie ipotesi e scartiamole ad una ad una dicendo: “Troppo umana, non è questa…” Che cosa rimane alla fine?
La fine del pensiero.
Quando siamo alla fine del pensiero, siamo più vicini alla realtà.
A quel punto, forse, come se vi rammentaste di qualcosa improvvisamente, esclamerete un “Oh!” di meraviglia.
Lì, in quella meraviglia, la verità.

 Il mondo non è indipendente dalla nostra esperienza.
Ogni cosa esiste in un’estesa onda di possibilità, tutte presenti nello stesso tempo. Quando la guardiamo, quando ne siamo coscienti, assume all’istante una delle sue possibilità di essere.

Il mondo è un insieme di potenziali realtà tra cui scegliere. Dunque, in tal senso, lo creiamo noi.

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