lunedì 26 febbraio 2018

Visione profonda


Niente nasce, niente muore, tutto si trasforma. Prendiamo un albero. L’albero è fatto di pioggia, di terra, di sali minerali, di ossigeno, di sole, ecc., tutte cose che esistevano prima di lui. A sua volta offre legno, frutti, ombra, bellezza, rifugio per gli uccelli, ossigeno, ecc. Quando muore o viene tagliato, non sparisce nel nulla. Ma offre legna, case, mobili, violini, minerali, calore, fumo, acqua…
Quindi possiamo ritrovarlo in una nuvola, in una goccia di pioggia o nel calore che ci riscalda quando viene bruciato. In un certo senso esisteva prima e in un certo senso esisterà dopo.
E così per ognuno di noi: in certo senso esisteva prima, nei suoi progenitori e negli elementi che lo compongono. Ed esisterà dopo, nei suoi discendenti, nelle sue opere, negli elementi che lo compongono, fra cui l’acqua.
Dunque questa goccia di pioggia che mi cade sulla fronte, può essere una lacrima di mia madre, il sudore di mio padre o l’acqua di una cometa…
Questo significa guardare in profondità le cose. Siamo tutti interconnessi. In un certo senso siamo sempre esistiti, in un certo senso esisteremo sempre. Come qualsiasi altra parte dell’universo.
Forse non esisteremo più come individui, ma anche il nostro io non nasce nascere e non muore, ma si trasforma continuamente. È composto di una sostanza vitale che è sempre esistita e che esisterà sempre in tante altre cose e forme.

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