Niente nasce,
niente muore, tutto si trasforma. Prendiamo un albero. L’albero è fatto di
pioggia, di terra, di sali minerali, di ossigeno, di sole, ecc., tutte cose che
esistevano prima di lui. A sua volta offre legno, frutti, ombra, bellezza,
rifugio per gli uccelli, ossigeno, ecc. Quando muore o viene tagliato, non
sparisce nel nulla. Ma offre legna, case, mobili, violini, minerali, calore,
fumo, acqua…
Quindi possiamo
ritrovarlo in una nuvola, in una goccia di pioggia o nel calore che ci riscalda
quando viene bruciato. In un certo senso esisteva prima e in un certo senso esisterà
dopo.
E così per
ognuno di noi: in certo senso esisteva prima, nei suoi progenitori e negli
elementi che lo compongono. Ed esisterà dopo, nei suoi discendenti, nelle sue
opere, negli elementi che lo compongono, fra cui l’acqua.
Dunque questa
goccia di pioggia che mi cade sulla fronte, può essere una lacrima di mia madre,
il sudore di mio padre o l’acqua di una cometa…
Questo
significa guardare in profondità le cose. Siamo tutti interconnessi. In un certo
senso siamo sempre esistiti, in un certo senso esisteremo sempre. Come qualsiasi
altra parte dell’universo.
Forse non
esisteremo più come individui, ma anche il nostro io non nasce nascere e non muore,
ma si trasforma continuamente. È composto di una sostanza vitale che è sempre
esistita e che esisterà sempre in tante altre cose e forme.
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