Nella pratica
della meditazione ha meno importanza la lunghezza delle sessioni che l’intensità.
Meglio pochi minuti o pochi istanti di intensa meditazione che mezz’ore o ore
di una meditazione non concentrata.
La direzione,
il centro del focus, sono determinanti. Ma non rappresentano “qualcosa”, bensì
la mancanza, il vuoto, di ogni pensiero e sentimento, bruciati dal fuoco della
fortissima concentrazione. Il termine “concentrazione” ci indica chiaramente
che abbiamo a che fare con un “centro” che non è uno di soliti, ma qualcosa di
puramente interiore.
Non confondiamo
l’evoluzione spirituale dell’individuo, che certamente richiede tempo, con la
potente interiorizzazione che è praticamente istantanea.
Interiorizzazione significa uscire improvvisamente dalla
concentrazione verso l’esterno per concentrarsi il più possibile su un
immaginario punto interno, che è un non-punto. Chiudete gli occhi e rivolgetevi
il più possibile dentro, magari per
pochi istanti.
L’esercizio può
essere fatto più volte al giorno. Ma non tutti i momenti sono propizi. È la
natura che ce li offre.
Tutti pensano
che l’universo sia immenso. Ma qualcuno calcola che sia la misura più piccola,
quella di un quanto: 10 alla meno 35.
Il che mi
ricorda una mistica inglese che disse di aver visto l’universo nel suo palmo.
Era grande come una nocciola!
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