In meditazione
le esperienze sono sempre vere. Le interpretazioni, invece, sono sempre
sbagliate.
Se per esempio
ho provato un senso di immensità, di quiete o di armonia universale, questa è
un’esperienza. Ma se dico: “Questa è l’Assoluto, questa è Dio, ecc.”, dico una
sciocchezza.
Un’esperienza
meditativa non è né vera né falsa. È un’esperienza e basta.
Un’interpretazione
è sempre arbitraria. Questo perché vogliamo introdurre parole e concetti,
mentre la meditazione è rivolta a uscire da questi stretti e convenzionali limiti.
Noi
trascendiamo il linguaggio.
Se ascolto una
musica o mi siedo in riva al fiume, non riuscirò mai ad esprimere con parole la
stessa esperienza. Nessuna parola, nessun concetto riuscirà mai a “spiegarla”.
Quello che
cerchiamo non va chiuso in gabbia. Va lasciato fluire liberamente e vitalmente.
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