Tutti questi
libri sulla felicità non devono farci dimenticare il fatto che non si può
bandire l’infelicità dalle nostre esistenze. Tutti devono crescere passando da
una crisi all’altra, tutti devono ammalarsi, tutti devono invecchiare, tutti
devono morire, tutti finiranno per non poter ottenere qualcosa o qualcuno che
vorrebbero e saranno costretti a fare cose o a vivere con persone che non
vorrebbero.
L’esistenza
stessa della felicità presuppone quella dell’infelicità. Naturalmente c’è chi
sarà più felice e chi meno, ma nessuno potrà evitare del tutto la sofferenza.
Tutta la nostra
saggezza non deve servirci solo ad evitare i danni, ma deve anche prepararci ad
assorbire i colpi. Proprio come nella boxe, non potrete dare solo colpi; molti
li riceverete.
Non illudiamoci
di poter scansare sempre i colpi del destino. Prima o poi verremo colpiti anche
noi. E quindi ci conviene prepararci ad elaborare il dolore e l’infelicità.
Dobbiamo farci una filosofia, che preveda la sconfitta e la perdita, non vivere
di illusioni ottimistiche, vitalistiche e irreali.
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