Ci facciamo tante
idee sul “sacro”, su ciò che dovrebbe essere lo spazio riservato al divino che,
quando arriva un terremoto e distrugge tra l’altro i “luoghi sacri”, le nostre
convinzioni vacillano. La natura, Dio o chi per lui sembrano indifferenti ai nostri
templi. Sembra che se ne freghino completamente.
Uno dei patriarchi
dello zen, Bodhidharma, lo aveva detto. Alla domanda del re che gli aveva
domandato che cos’era il suo insegnamento, aveva risposto: “Niente di sacro”.
Voleva dire che
non esiste affatto questa distinzione fra sacro e profano. Il sacro lo abbiamo
inventato noi. Non nel senso che niente è sacro, ma nel senso che tutto è
sacro. Non c’è una cosa o un luogo particolarmente sacro. Anche nella materia più
bruta c’è il sacro.
Ma le nostre rozze
religioni non si danno per vinte. Vogliono costruire luoghi, caste e rituali
sacri. In effetti, senza questa distinzione, loro non avrebbero ragione di
esistere.
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