venerdì 20 ottobre 2017

Ricchezza e povertà

Come nascono le ricorrenti crisi del capitalismo? Già Karl Marx aveva dato una sua spiegazione in cui sosteneva che erano ineliminabili. Ma non c’ bisogno di ricorrere a complicate analisi economiche. Basta osservare che il nostro sistema economico è basato dall’avidità. Ora, com’è possibile che un sistema basato sull’avidità non entri periodicamente in crisi?
È vero che l’imprenditore dà lavoro ad un certo numero di persone, ma, se il suo scopo è arricchirsi il più possibile, alla fine dovrà sfruttare tutti e tutto. Il denaro è limitato: se io ne accumulo una certa quantità, dovrò toglierlo a tanti.
Avidità significa che pochi si arricchiscono a spese di molti. Più aumenta la ricchezza di pochi, più aumenta la povertà di molti. È quello che avviene attualmente.
Non ci vuol molto a capire che l’arricchimento avido di pochi sarà pagato dall’impoverimento di tanti.
Se dunque il problema sono l’avidità e l’egoismo individuali, non si può produrre una società equa: sarà sempre iniqua. Nell’istinto dell’avidità c’è l’accumulo egocentrico di denaro sottratto alla società stessa.
Sarebbe diverso se l’imprenditore fosse un illuminato che intende ridistribuire la propria ricchezza. Ma sono come le mosche bianche. I più sono egoisti avidi che tutt’al più fanno un po’ di beneficenza per avere di sé un’immagine più positiva.
Il denaro compra tutto, anche la coscienza.

Ogni problema umano si riduce sempre a questo: essere capaci di avere o meno una consapevolezza di ciò che si fa e si è. Ma, per coltivare questa consapevolezza, ci vuole riflessione, meditazione e capacità di vedere se stessi nel mondo e anche oltre. Ci vuole una visione d’insieme e una saggezza che nelle nostre società dell’egoismo pochi coltivano.

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