In certe feste religiose dell’antichità, i
fedeli giungevano a sacrificare i propri figli all’idolo adorato, in cambio di qualche
grazia e di protezione. “Io ti do questo perché tu mi dia quell’altro.” I profeti
ebraici e i cristiani stigmatizzavano tutto ciò con orrore. Salvo poi
presentarci il duo Abramo-Isacco come il supremo esempio di fedeltà al Signore
venerato. E la passione di Gesù come l’atto con cui Dio sacrifica il proprio
figlio.
No, la religione tradizionale – quella con un
Signore, un profeta, un Salvatore e gli adoratori che cercano protezione –
nasconde sempre l’etica sacrificale, che è poi l’etica dello scambio. Anche la Messa cristiana è la rappresentazione e l'esaltazione del sacrificio. Sebbene Gesù dicesse: "Misericordia voglio, non sacrifici" (Mt 9, 13).
Rozze religioni per uomini rozzi.
Meditate anziché fare sacrifici.
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