Molti credono che la meditazione sia un’invenzione
dell’Oriente. Ma non è così. Il brano che segue non è stato scritto da qualche maestro orientale, ma da un filosofo
del nostro Rinascimento,
il domenicano
Tommaso Campanella (1568-1639), il quale cercò di conciliare religione e ragione naturale, arrivando a concepire un tipo di
contemplazione che aveva lo scopo di
far ritrovare all' uomo l'originario sensus abditus,
quel «senso di sé» che la stessa attività mentale
oscura di continuo.
Diciamo
però che solo in Oriente si è arrivati a fare di una simile meditazione non
solo un insieme di tecniche ma anche la condizione indispensabile per
l’illuminazione. Nel cristianesimo, invece, la meditazione non è fondamentale;
per salvarsi basta credere – una religione per pigri che non porta mai a
comprendere di persona le cose.
«Bisogna
eleggere un luogo, nel quale non si sente strepito in alcuna maniera, all'oscuro
o al barlume di un piccolo lume così dietro che non percuota negli occhi,
o con occhi serrati. In un tempo quieto et quando l'uomo
si senta spogliato d'ogni passione tanto del
corpo quanto dell'animo. In quanto al corpo
non senta né freddo né caldo, non senta in alcuna parte dolore, la
testa scarica di catarro e da fumi del cibo et da qualsivoglia
umore; il corpo non sia gravato di cibo,
né abbia appetito né di mangiare
né di bere, né di purgarsi, né
di qualsivoglia
cosa; stia in luogo posato nella maniera più
comoda. L'animo sia spogliato d'ogni
minima passione o pensiero,
non sia occupato né da mestizia o dolore o allegrezza o timore o
speranza, non pensieri amorosi o di cure famigliari o di cose
proprie o d'altri; non di memoria di cose
passate o di oggetti presenti; ma essendosi accomodato il corpo come sopra,
deve mettersi là, et scacciar
dalla
mente di mano in mano tutti i pensieri che gli cominciano a girar per la testa,
et quando viene uno, subito scacciarlo, et quando ne viene un altro, subito
anco lui scacciare insino che non ne venendo più, non si pensi a niente al
tutto, e che si resti del tutto insensibile interiormente et esteriormente, et
diventi immobile come se fussi una pianta o una pietra naturale.»
Oggi il cristianesimo è diventato una religione dell'azione sociale, dell'adesione fideistica e della sottomissione ad una Chiesa autoritaria. Ma non ha più niente e a che fare con meditazione e contemplazione. Il risultato è il crollo della spiritualità, ben visibile nella corruzione della Chiesa e del'intera società.
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