Tutti conosciamo la
differenza tra la mappa e il territorio. Il territorio è la realtà, mentre la
mappa ne è una rappresentazione, una schematizzazione, una copia distorta, il
dito che indica la luna senza esserla.
Ma anche i nostri
concetti hanno un rapporto del genere con le cose reali. Sono semplici
indicazioni schematiche. Indicano qualche cosa senza esserla.
Come fare allora ad
entrare in un rapporto diretto con le cose? Ovviamente, non usando i concetti.
Ma entrando direttamente in contatto con la cosa. Questo è il problema che si pone lo zen.
Per esempio, un
maestro zen mostrò una brocca e domandò ai discepoli di dirgli che cos’era. I
più cercarono di dare definizioni. Solo uno, però, trovò la risposta giusta.
Prese in mano la brocca e la mostrò a tutti.
Quella era la brocca,
nessun concetto poteva sostituirla.
Il nostro problema è
che noi ormai abbiamo dei filtri mentali che non ci fanno vedere direttamente
le cose, ma solo delle nostre interpretazioni. Siamo tutti degli intellettuali.
Anche rispetto a noi stessi, abbiamo solo rappresentazioni. Ma qual è la
realtà? Chi siamo veramente noi?
La risposta
(difficile) non può che venire da uno sforzo di mettere tra parentesi i
concetti e vederci direttamente, senza filtri, senza mediatori. Il che è
meditazione.
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