mercoledì 6 novembre 2019

Oltre la dimensione umana


Noi vogliamo sempre qualcosa, tendiamo sempre a qualcosa, miriamo sempre a qualcosa... anche quando desideriamo l'illuminazione, la liberazione, la redenzione o l’immortalità. Si tratta sempre di desideri dell'ego, di tentativi di realizzazione di tipo egoico. Anche in campo spirituale e religioso, si cerca di "salvare la propria anima." C'è sempre un ego che vuole perpetuarsi. Gonfio d'orgoglio.
       Certo, tutto ciò è umano. Ma, se vogliamo procedere oltre, dobbiamo liberarci dell’ “umano”. “Umano, troppo umano” direbbe Nietzsche. Anche i nostri Iddii e i nostri presunti paradisi appaiono troppo umani.
Ecco perché in meditazione non dobbiamo tendere a nulla, dobbiamo liberare la mente dal volere qualcosa. In tal senso si parla di fare il vuoto o il silenzio.
       Quando la mente è vuota, priva di giudizi, di concetti, di intenzioni, di pensieri, di elaborazioni intellettuali, di attaccamenti o di rifiuti, allora si vedono le cose per quel che sono, con chiarezza. Si approda ad una realtà non deformata, non condizionata dalle distorsioni della visione umana.
       Pecchiamo sempre di antropomorfismo, cioè riduciamo tutto a dimensione umana.
Né Dio, né i cieli, né l’anima hanno questa dimensione. Altrimenti che trascendenza sarebbe? Noi vogliamo solo un’altra vita come questa. Troppo poco.
In fondo manchiamo di vere ambizioni e ci accontentiamo di qualche “piaceruzzo”.

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