Quello
che è certo è che per ogni uomo, anche il più tormentato, esiste uno stato
naturale dell’essere – purché egli sappia trovare un momento di tregua, non
oberato né da pensieri né da preoccupazioni né da desideri né da speranze, e
sappia rimanere perfettamente nel presente.
Raccolto
in sé, distaccato dalle solite ansie, ecco che ritrova questo stato di pace.
Per
evocarlo, non c’è bisogno di far nulla di specifico. Anzi, non bisogna fare
proprio nulla. Dopo le solite tensioni, assolti i doveri sociali, possiamo
prenderci del tempo per noi stessi e ci rilassiamo.
Spenti
telefono, radio, televisione, chiusi i giornali, allontanati i ricordi, le
immagini e i pensieri del passato e del futuro, perfettamente centrato nel
momento presente, allora gli uomini, liberi per un po’ da legami e impegni, non
coinvolti almeno temporaneamente, possono trovare lo stato di benessere
naturale, possono lasciar andare ogni tensione.
Non
si tratta di uno stato eccezionale né di un’estasi mistica, né di uno stato
alterato di coscienza, così come si cerca con le droghe naturali e artificiali,
ma di un benessere, di “uno stare bene”, del tutto gratuito, senza sforzi,
senza tensioni. È come il programma base di un computer che non è per il
momento impegnato in alcuna operazione.
Il
problema è proprio questo: che noi siamo sempre impegnati in qualche attività,
fisica o mentale. E quindi ci dimentichiamo quale sia lo stato naturale. Ma
esiste, c’è ed è a disposizione di tutti.
Passato
il momento di benessere, ritorniamo alla vita di tutti i giorni e ci rendiamo conto del bailamme in cui
viviamo di solito, degli infiniti modi in cui ci complichiamo e ci roviniamo la
vita.
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