lunedì 11 novembre 2019

L'identità ultima


Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore che è rimasto paralizzato su una sedia a rotelle a seguito di una sparatoria tra malavitosi, ha scritto un libro in cui ha detto che, dopo l’incidente, in solitudine, è riuscito a trovare il suo vero sé. Proprio così, il vero sé ha poco a che fare con il corpo, perché sussiste anche se ci paralizzano le gambe o altre parti. L’identità di fondo è un fatto interiore.
Ma il vero sé ha poco a che fare anche con la mente, con tutte le sue idee, i suoi valori e i suoi pregiudizi, molti dei quali sono semplici condizionamenti che ci sono stati indotti dalla cultura, dalla psicologia, dalla società, dai genitori, dalla religione, dall’educazione e così via. Anche la nostra psicologia non è veramente nostra: è qualcosa di sovrapposto, di indotto.
Il vero sé, il sé più profondo è al di là del corpo e dei condizionamenti della mente. Non siamo quelli che appariamo in società, in questo o quel rapporto sociale. Ma siamo ciò che siamo togliendo i vari rivestimenti, così come si fa con le sfoglie di una cipolla.
Togli tutto, alla fine resta qualcosa, un nucleo, che non varia al variare delle varie  condizioni. Quello tu sei.
In fondo in fondo, al di là delle paure e dei desideri.
Giustamente il libro di Bortuzzo s’intitola Rinascere.

Nessun commento:

Posta un commento