mercoledì 13 novembre 2019

Il Dio dentro e il Dio fuori


Se Dio è l’energia del mondo, ha poca importanza che sia esterno o interno – evidentemente è dappertutto, dentro e fuori. Anche se preghi Dio sentendolo esterno, in realtà lo fai partendo dalla tua interiorità. Il problema è che noi, in certi momenti, abbiamo bisogno di un’energia che non sappiamo dove trovare, ma che non ci importa niente sapere da dove provenga.
       Il problema è che abbiamo bisogno di qualcosa che deve mobilitare le nostre energie, salvare noi stessi. Poco importa se le immaginiamo provenire da fuori o da dentro, sa hanno una forma o l’altra. Noi siamo frammenti di questo mondo, siamo immersi nel mondo, siamo già sistemi energetici.
       Quando i mistici di tutte le religioni intuiscono che il centro dell’anima è Dio o che l’atman (l’anima, il nostro fondo) coincide con il Brahman, dicono che le nostre distinzioni fra interno ed esterno sono semplici giochi di parole. Quello che conta è il nostro stesso impulso, la nostra stessa forza.
       In meditazione non si tratta di pensare o immaginare qualcosa. Meditare su qualcosa è in realtà essere quella cosa.
Ora, le “cose” possono essere semplici stati d’animo. Io non devo meditare sulla forza, ma essere forte. Non devo meditare sulla calma, ma essere calmo. Meditare è già ottenere in gran parte ciò su cui meditiamo.
Se medito sulla pace ma non ho la pace, a che mi serve? Io come soggetto non ottengo niente.

In fondo a noi interessano poco le questioni teoretiche, filosofiche o religiose; a noi interessa il fare, il decidere, il potere – il potere di fare le cose che ci stanno a cuore, la nostra trasformazione effettiva sulla via del mondo, il rinnovamento del nostro rapporto con gli eventi, con le persone e con l’esistenza. Come fare a influire sul nostro destino. Tutto il resto è speculazione astratta.

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