“La mente è per i mortali la sola causa
di schiavitù e di liberazione” dice la Maitry Upanisad. E chiarisce: “Si
diventa ciò che si pensa”. Ecco l’importanza di meditare, di “covare”, di
percepire nel profondo. Non per trovare qualcosa di preesistente, ma per
crearlo.
“Si diventa ciò che si pensa”… ci auto-creiamo.
Se siamo convinti di essere
completamente mortali, lo diventiamo. Perché abbiamo ciò che pensiamo. Ma se ci immergiamo nel nostro nucleo più profondo e ci
percepiamo immortali, lo siamo.
Così come nel cervello si creano nuovi
collegamenti, nella mente si crea un nuovo stato, al di là dell’essere e del
non essere, del bene e del male, del puro e dell’impuro. E, alla fine, “quando
la mente è vuota la si chiama liberazione.”
Non si tratta di scoprire qualcosa che
era nascosto, ma di creare qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non esisteva. Allora
con la mente pacificata, si risiede nella propria matrice rasserenata e si
fruisce di vera beatitudine.
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