domenica 12 agosto 2018

Seguire la via


Lo scopo della meditazione è l’illuminazione. Ma l’illuminazione non è la visione di luci, di suoni, di angeli o di paradisi, bensì la capacità di veder chiaro – particolarmente là dove tutti vedono confusamente o si sbagliano. Per esempio, un illuminato non potrebbe mai accettare leggi sulla discriminazione razziale, anche quando la massa fosse convinta del contrario. Questa chiarezza non nasce da una luce che giunga dall’esterno; proviene invece dalla nostra fondamentale energia interiore, dalla mente originariamente luminosa.
Abbiamo tutti una fondamentale capacità di illuminazione, siamo tutti fin dall’origine esseri illuminati. Ma le circostanze della vita ci deformano, ci catturano e ci oscurano tale originaria potenzialità di veder chiaro. Da bambini vediamo il mondo con occhi chiari e freschi, ed è per questo che Gesù dice che chi non diventa come i bambini non entrerà nel “regno dei cieli.” Ma, a poco a poco, la cultura, le religioni dogmatiche, la scuola, le convenzioni e il conformismo ci imbavagliano la chiarezza della visione. E dunque necessaria un’opera di decondizionamento, che noi chiamiamo meditazione.
La differenza fondamentale tra preghiera e meditazione è che la prima si rivolge a un Essere superiore, considerato “totalmente altro” da noi, mentre la seconda attinge alle energie profonde di ciascun individuo. Ma le Upanisad e alcuni mistici (di varie religioni) hanno capito che il punto più profondo dell’anima coincide con il Divino; dunque la distinzione tra la Divinità esterna (il Brahman dell’induismo o il Dio Padre del cristianesimo, del giudaismo e dell’islam) e la divinità interiore (l’atman, l’anima) viene a cadere. In fondo, la differenza tra esterno e interno è un tipico prodotto del dualismo mentale. E noi dobbiamo cercare di andare al di là di questo dualismo.
Purtroppo è il mondo e la nostra mente sono già sono già stati divisi, e noi ci troviamo di fronte una realtà congelata. Ma non è impossibile trovare un sistema per sciogliere il ghiaccio con le sue forme irrigidite e farlo ritornare a essere acqua – l’acqua della Fonte originale che può assumere altre forme.


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