domenica 19 agosto 2018

La chiara visione


Certe esperienze di pre-morte sono perfettamente comprensibili dal punto di vista della meditazione. La morte, corrispondente all’immobilità del corpo e del respiro, porta ad una liberazione dello spirito. E lo spirito non vive più nello spazio-tempo, ragion per cui si vede tutto simultaneamente.
Questo vedere tutto simultaneamente e la visione di un Essere di luce sono ciò che in Oriente si chiama “la chiara luce” – non una luce che proviene dall’esterno, ma la propria luminosità intrinseca. Se ne può fare un’esperienza chiudendo gli occhi e guardando la macula luminosa centrale, il bindu.
Il pensiero comune, con le sue idee e gli stati d’animo ripetitivi, crea uno schermo o una gabbia che impediscono una chiara visione delle cose. Ecco perché, in meditazione, si cura molto il vuoto mentale – non per restare vuoti, ma per ripulirsi della proliferazione mentale.
C’è una grande felicità nello sbarazzarsi del corpo, dello spazio-tempo e dei pensieri più comuni, che sono limiti enormi e dolorosi. Tutti coloro che hanno fatto queste esperienze, infatti, riferiscono dell’angoscia e della sofferenza nel rientrare nel proprio corpo.

Nessun commento:

Posta un commento