Non basta che il Papa chieda perdono
per le “atrocità” commesse dai suoi preti sui bambini. Ormai le parole stanno a
zero. Deve domandarsi piuttosto perché questo scandalo succeda in tutte le
parti del mondo e perché la Chiesa si sia ridotta ad essere un covo di pervertiti
e di pedofili.
Allora dovrebbe accorgersi che
l’educazione impartita nei seminari è sbagliata e che la castità richiesta ai
preti è contro natura, ovvero contro le leggi di Dio. Nessuna istituzione al
mondo dovrebbe poter chiedere ai suoi membri di rinunciare alla sessualità, che
resta un diritto fondamentale dell’essere umano. Quanto ci metterà a capirlo?
La sessualità repressa finisce per
prendere vie deviate. Sarebbe ora che in Vaticano entrasse un po’ di psicologia
elementare. E sarebbe ora che i fedeli reagissero a questo sistema verticistico
e criminale.
Preti e suore vengono allevati secondo
criteri contronatura e vivono in un’istituzione che non solo non li
responsabilizza, ma li riduce a bambini capricciosi che possono fare quel che
vogliono, plagiando le giovani vittime. I superiori quasi sempre sanno, ma
fanno finta di nulla. E, per bene che vada, si limitano a spostare i “consacrati”
colpevoli ma non pentiti da un luogo all’altro.
Certo, un Papa dovrebbe essere un
riformatore capace di cambiare le leggi ecclesiastiche. E Bergoglio non lo è.
Ha paura di toccare la tradizione, di prendere posizioni decise. È un grande
bluff.
Nessun commento:
Posta un commento